martedì 25 gennaio 2011

Siamo lieti di averla tra noi. I racconti di Stefano Benni a fumetti


Per dovere e per piacere F3 vi propone e gira un gustoso concorso di fumetti per tutti coloro che vorranno raccoglierlo.
Fumetti al cubo Vi augura di vincere...TUTTI!!!

Dopo la fortunata trilogia di concorsi dedicati alla sperimentazione sul linguaggio del fumetto, conclusasi con la pubblicazione dell’antologia Flasfumetto.it – Giovani in concorso edita da Comma 22, Flashfumetto.it, il portale del progetto Giovani del Comune di Bologna, in collaborazione con Hamelin Associazione Culturale, promuove il concorso di ambito nazionale "Siamo lieti di averla tra noi-I racconti di Stefano Benni a fumetti",
rivolto ai giovani dai 15 ai 35 anni.

I partecipanti dovranno confrontarsi con l'opera di Stefano Benni, adattando in una storia a fumetti un racconto a scelta tra quelli contenuti nelle seguenti raccolte, rappresentative del suo percorso di narratore
dagli anni Ottanta a oggi: Il bar sotto il mare, L'ultima lacrima e La grammatica di Dio.
L’obiettivo è ancora una volta quello di dare visibilità ai giovani e alla loro creatività, facendo emergere il talento delle nuove generazioni di artisti.

Il termine per le iscrizioni è il 16 febbraio 2011. Tutte le opere pervenute saranno pubblicate in una sezione dedicata del portale www.flashfumetto.it ed entreranno a far parte delle banche dati del sito. Una giuria di studiosiselezionerà le opere più meritevoli, che verranno esposte in una mostra dedicata al concorso nell'ambito della quinta edizione di BilBOlBul – Festival Internazionale di Fumetto, che si terrà a Bologna dal 2 al 6 marzo 2011. Le opere migliori tra quelle selezionate per la mostra saranno pubblicate su rivista o su un catalogo dedicato.

Rispetto alle edizioni precedenti, il concorso presenta inoltre due grandi novità.
La prima è che quest’anno Flashfumetto.it intende valorizzare ulteriormente il contributo delle scuole superiori di tutta Italia premiando le più meritevoli tra le classi che parteciperanno al concorso con l'ospitalità gratuita (50 posti letto) per una notte presso l’Ostello della Gioventù di Bologna e una visita guidata della città durante la settimana del festival. La seconda novità è che tra i partecipanti al concorso sarà selezionato anche il vincitore del Premio Iceberg – giovani artisti a Bologna. In palio una residenza artistica di creazione nell'ambito della letteratura per ragazzi nel mese di gennaio 2012 a Bordeaux presso Écla - écrit cinéma livre audiovisuel, grazie al gemellaggio tra la Regione Aquitania e la Regione Emilia-Romagna.

L’iniziativa rientra nell’ambito dei Piani Locali Giovani – Città
Metropolitane, promossi e sostenuti dal Dipartimento della Gioventù –
Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con l’Anci –
Associazione Nazionale Comuni Italiani.


Il bando completo e il modulo di iscrizione sono scaricabili su
www.flashfumetto.it

Per maggiori informazioni:
Progetto Giovani – Comune di Bologna – Area Vivibilità Urbana
Redazione di Flashfumetto: giovani@comune.bologna.it-051 2194706 - 051 2194639

Ufficio Stampa

giovedì 20 gennaio 2011

Lovecraft, Dick e la fisica quantistica

A prima vista sembrerebbero non poter esistere due autori più distanti tra loro che Howard Phillip Lovecraft e Philip K Dick, ma io credo che la realtà sia un po’ diversa.

In Lovecraft l’orrore scaturisce dalla presa di coscienza di quanto sottile sia il reale. Dietro a ciò che consideriamo normale si cela un universo alieno, folle, non antropomorfo, con cui i protagonisti di Lovecraft si trovano loro malgrado a fare i conti. In un romanzo come At the Mountains of Madness, il senso di inquietudine del protagonista nasce – tra le altre cose- dalle architetture delle città che incontra, architetture che negano alla radice non solo le proporzioni umane ma, in una certa misura, le stesse leggi fisiche. Come spesso accade nei romanzi e nei racconti di Lovecraft, non è ciò che viene visto in sé ad essere orribile, bensì ciò che viene suggerito. L’idea di un altro ordine – un ordine ultimo, più profondo di quello di cui facciamo normalmente esperienza – in cui gli essere umani non sono altro se non un elemento secondario. Ciò che terrorizza è, in poche parole, che noi non si sia “a casa nell’universo”.

Anche la realtà di Dick è una realtà sottile, ma quando si parla di realtà in Dick, essa è sempre soggettiva, dipendente dall’osservatore. In Dick, rispetto a Lovecraft, manca il fondo. Nei suoi romanzi il fulcro è spesso il deterioramento della realtà del protagonista, pezzo a pezzo, la negazione di ogni punto di riferimento finché il malcapitato non si ritrova completamente in balia di eventi che non può comprendere. Che si tratti di Le Tre Stimmate di Palmer Eldritch, di Ubik o di Uno Oscuro Scrutare, il meccanismo è in fondo lo stesso. Porre il protagonista su di un piano inclinato ed osservarlo scivolare inesorabilmente verso il bordo.

Già qui troviamo un interessante punto di contatto. L’uno e l’altro indagano infatti i confini del reale, partendo entrambi dall’assunto che ciò che noi chiamiamo realtà non sia il fondo ultimo della nostra esperienza. Che la realtà non sia, in altre parole, una base solida su cui poggiare i piedi, bensì qualcosa che può rivelarsi friabile, aprendo di fronte a noi porte su mondi incomprensibili.

Ma questo non è l’unico punto di contatto tra i due autori. Dick e Lovecraft furono entrambi, a loro modo, degli outsider. L’uno e l’altro vissero con dolore l’appartenenza alla letteratura di genere. Dove però Dick tentò a più riprese di allontanarsene (senza troppo successo), Lovecraft non rifiutò mai l’etichetta di autore di letteratura fantastica, ma contestò alla radice che il fantastico fosse da considerare narrativa di serie B. Nelle opere dell’uno e dell’altro si avverte poi una stessa urgenza, uno stesso bisogno di raccontare, un tornare ossessivamente sugli stessi temi e negli stessi territori, come se l’esigenza iniziale non riuscisse mai a essere soddisfatta,

Il rapporto di questi due autori con il genere meriterebbe ben altro spazio per essere indagato. A volo d’uccello si può comunque dire che entrambi, a tutt’oggi, non trovano una collocazione certa. Sicuramente Lovecraft si è occupato di fantastico – se non di horror in senso stretto – e Dick di fantascienza, ma entrambi sono a loro modo unici. A differenza, per dire, di Gibson, che ha creato un movimento, né Lovecraft né Dick hanno fatto altrettanto. Hanno mostrato ai loro colleghi possibilità inedite, sono stati spesso citati, ma non hanno creato un movimento. Forse perché troppo personali erano le ossessioni alla base della loro opera.

Le cose si fanno però davvero interessanti quando si considera il secolo in cui questi due autori hanno operato, e cioè il Novecento, un secolo in buona misura governato dalle ossessioni che – in modi diversi – hanno animato sia HPL che PKD. Il Novecento è stato infatti il secolo che ha messo in discussione la struttura stessa della nostra realtà. Sotto i colpi del secolo breve sono caduti uno dopo l’altro i fondamenti – fino a quel momento intoccabili – del reale. Si trattasse del tempo, del rapporto tra osservante e osservato, della natura dello spazio, dell’ovvia differenza tra materia ed energia o della struttura ultima di ciò che circonda, nulla si è salvato. E non si può neppure parlare di semplice ri-definizione. Il Novecento è stato si un secolo di grandi scoperte e di teorie fondamentali, ma credo si possa convenire che ha posto domande, più che fornire risposte (e non a caso, oggi la fisica tenta di riunire i pezzi, si tratti della teoria delle stringhe o delle dimensioni extra, cercando di ricomporre in un quadro unico ciò che il Novecento ha frammentato).

Gli abissi di Lovecraft e di Dick – la non centralità dell’esperienza dell’uomo, il confine labile tra soggettività ed oggettività, la natura non antropomorfa delle leggi che governano l’universo, ecc. – si sono manifestati in tutta la loro forza. Nella fisica moderna il territorio è talmente alieno da non poter essere descritto nel linguaggio corrente, ma soltanto nel linguaggio astratto della matematica. A dire che alcuni concetti e alcune intuizioni non sono riducibili alla nostra lingua, come le architetture delle città aliene di At the Mountains of Madness non sono riducibili ai nostri canoni. Ancora, è difficile non pensare a Dick mentre ci si addentra nel rapporto tra osservatore e osservato così come concettualizzato dalla fisica quantistica. L’idea che la linea di separazione tra ciò che avviene e chi osserva sia talmente sottile da sparire, che le due entità costituiscano un insieme, dove chi osserva agisce su ciò che osserva tanto quanto ciò che viene osservato influenza l’osservatore.

In poche parole, il pensiero occidentale, impegnato nella ricerca dei fondamenti del reale, ha scoperto che non esiste alcun fondo, ma solo una porta su uno strato ulteriore di realtà, in cui le nostre “verità intuitive”, si rivelano false e fuorvianti.

Mi piace allora pensare che due spiriti raffinati, fuori sincrono con i propri contemporanei, siano stati invece in perfetta sincronia con l’universo che li circondava. Mi piace credere, in altre parole, che qualcosa di gigantesco e alieno si sia piegato verso di loro per sussurrargli all’orecchio una storia da narrare.

lunedì 17 gennaio 2011

Assassin’s Creed The Fall

Ubisoft e Panini Comics annunciano un accordo per la localizzazione e distribuzione in Italia del fumetto Assassin’s Creed The Fall. Questa mini serie di comics narra le vicende di un nuovo membro della setta degli Assassini, Daniel Cross, e del suo antenato Nikolai Orelov. Il fumetto esplora un’ambientazione inedita per i fan di Assassin’s Creed ed offre una suggestiva visione della Russia nel periodo compreso tra il 1890 e il 1917. Come è ormai consuetudine nel franchise di Assassin’s Creed, la narrazione sarà arricchita dalla presenza di alcuni personaggi storici dell’epoca, tra cui Rasputin, Tesla e altri particolarmente influenti nelle vicende che infiammarono quel periodo.


Scritto e illustrato con la collaborazione di Cameron Stewart (Batman & Robin, Catwoman) e Karl Kerschl (Superman, Flash), Assassin’s Creed The Fall promette una miscela di azione, storia e mistero, come l’evento di Tunguska e il tentato assassinio dello Zar Alessandro III. La miniserie, composta da due volumi di 48 pagine ciascuno ed edita da Panini Comics, sarà distribuita in Italia nelle edicole e librerie specializzate in fumetti al prezzo di 3,00 €. Il primo volume conterrà inoltre un estratto della guida strategica di Assassin’s Creed Brotherhood e altri contenuti speciali. L’uscita del primo albo di Assassin’s Creed The Fall è prevista per il 27 gennaio 2011, mentre per il secondo e ultimo atto i fan dovranno attendere il mese di marzo.

L'annuncio conferma l'estrema ecletticità multimediale dell'affascinante proprietà intellettuale di Ubisoft, che con Assassin’s Creed Lineage aveva già preso forma di (splendido) cortometraggio con attori in carne e ossa (tra l'altro gli stessi che hanno prestato le sembianze ai protagonisti digitali di Assassin's Creed II) e aveva anche fatto un'incursione nell'animazione con il cortometraggio Assassin’s Creed Ascendance rilasciato il 16 novembre 2010 su PlayStation Store e Xbox Live.

Non è noto se in Italia arriveranno, oltre a The Fall, gli altri comics di Assassin's Creed, come Assassin’s Creed Aquilus (pubblicato da Deux Royaumes, illustrato da Defali e scritto da Corbeyrand, disponibile solo in lingua francese in Francia, Belgio, Svizzera e Quebec).

sabato 15 gennaio 2011

Shatner girerà un documentario su se stesso

William Shatner ci racconterà come William Shatner è diventato il Capitano James Tiberius Kirk nello speciale autocelebrativo intitolato The Captains.

Questa non potevamo proprio esimerci dal raccontarvela. Chi ricorda il mitico capitano Kirk( o meglio l'attore che lo interpreta), dell'enterprise classica? bene. Chi ricorda la sua proverbiale Egocentricità? Pochi? niente paura, sentite questa e capirete.

Periodo molto impegnato per William Shatner che non solo sarà protagonista della situation comedy della CBS $#*! My Dad Says, che ha attirato l'attenzione grazie al titolo che sottintende un linguaggio deciso e colorito e magari non proprio adatto alle educande di buona famiglia, non solo continuerà a essere il presentatore della nuova stagione di Shatner's Raw Nerve su Biography Channel, un talk show in cui intervista celebrità senza lesinare domande impertinenti e polemiche (tra gli ospiti ci sono stati Leonard Nimoy, Tim Allen, Meatloaf, Jenna Jameson, Larry Flint — nelle Risorse in rete trovate il link al sito), ma adesso dirigerà un documentario proprio su William Shatner.

The Captains, questo il titolo del lungo special autocelebrativo, parlerà degli inizi della carriera dell'attore in Canada, avvenuti a Stratford nell'Ontario, dei suoi primi film e naturalmente si soffermerà moltissimo sul grande successo ottenuto vestendo (qualche volta svestendo) i panni del Capitano Kirk in Star Trek e su tutto quanto è successo a Shatner per arrivare al comando della USS Enterprise.

La produzione di The Captains (opera della Melis Productions di proprietà dello stesso Shatner e della Balinran Productions Limited) comincerà a luglio e la sua messa in onda è prevista per l'inverno del 2011 sul Canada’s Movie Central Channel. Da notare come il network abbia in programma anche il documentario Gonzo Ballet, che racconta come sia stato prodotto il balletto basato sull'album musicale Has Been, che Shatner ha realizzato con Ben Folds.

tratto da fantascienza.com

domenica 2 gennaio 2011

C'è chi dice...Buon

Fumetti al cubo augura a tutti voi un anno migliore; sperando che prima di riuscire a cambiare il mondo la fuori, si riesca a cambiare il modo in cui lo vediamo (che di solito è sempre metà dell'opera).
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