domenica 1 aprile 2012

Christopher Darril, la passione diventa videogames


Prendiamo un'essere umano, imbottiamolo di passione per il cinema, videogames, fumetto, musica, illustrazione, romanzi, informatica e per finire una dozzina d'altri ingredienti che per motivi di spazio eviteremo di dirvi. Mescoliamo bene il tutto ad un pizzico di Horror ed una spolverata di Visionarietà ed il risultato sarà: Christopher Darril.


Per capire chi è costui, abbiamo incontrato l' appassionata giovane promessa Catanese, interessati di capire dove tutto è cominciato e dove sopratutto è diretta.

Iniziamo dalle tue “coordinate” (nome, cognome, età, curriculum professionale)
Christopher Darril, ma più comunemente chiamato Chris. 22 anni (23 il prox 13 aprile), da sempre con l’estrema passione per cinema, musica e videogiochi e tutto quello che è arte in genere. Ho da sempre lavorato come grafico, cominciando da semplice hobby fino a trasformarsi in autentica professione. Il mio operare in ambito artistico mi ha visto coinvolto in più differenti settori, dalla regia e direzione artistica a teatro fino al game design o alle grafiche di pubblicità.  


Se dovessi definirti con soli tre aggettivi quali sceglieresti?
In ambito prettamente “umano”: testardo, permaloso, orgoglioso, eheheheh, si prevalgono questi tre difetti su tutto. Ma qualora dovessi rapportare il mio essere al mio esprimermi artisticamente: ambizioso, determinato, visionario. 


Quando hai usato per la prima volta un computer e com’è nata la tua passione per i videogames?
Oh beh, da che ricordi sono nato con annesso cordone ombelicale ad un computer. Scherzi a parte. Sin da piccolo cominciai a cimentarmi nel gioco adoperando un vecchissimo Vega 286 e l’indimenticabile Atari. La mia passione è nata senza ombra di dubbio col primo Monkey Island, Il Dylan Dog di Simulmondo el’indimenticabile MortalKombat II per Super Nintendo, col quale ben presto compresi la mia preferenza per le tinte grottesche.


Come ti definiresti artisticamente?
Più un artigiano piuttosto che un artista, cosa che ci tengo a precisare. Si è artista finchè con le proprie gambine ci si riesce a munirsi di sola voglia di fare e a dare vita ai propri ideali, dando forma alla propria arte a discapito delle richieste altrui. Finché piuttosto si pretende dall’eventuale commessa che ti richiede un lavoro ben preciso, sebbene tu possa farlo al meglio delle tue competenze, tu non sei altro che il pittore, lo scultore, il musicista che realizza per il mecenate il capolavoro “richiesto”. Senza ombra di dubbio mi reputo un elemento poliedrico con precise preferenze ma che non disdegna nulla o creandosi inutili taboo. Per realizzare qualcosa, dovresti poter conoscere la concorrenza o addirittura i tuoi stessi opposti di generi. Del resto cultura è anche conoscere, arricchirsi e in questo ambito nessuno può insegnare a nessuno, ma solo “indirizzare” verso quei mezzi che qualcuno ha già di natura.


Quali sono i generi che prediligi in campo artistico e videoludico?
Poco prima avevo già accennato le mie preferenze, sono una persona i cui gusti artistici sono abbastanza goticheggianti, grotteschi, tenebrosi. Basti pigliare uno dei miei tre film preferiti in assoluto, “Il silenzio degli Innocenti”, film che reputo perfetto e senza riserve alcune, quanto piuttosto un riuscitissimo incrocio di più arti audio-visive capaci anche di scavare nel subconscio umano mettendo faccia a faccia l’uomo con le sue paure. Eppure nel mio essere poliedrico ci terrei a sottolineare la mia variabilità di generi preferiti, sempre nella mia top3 di pellicole preferite, posizione stabile va a “La Bella e la Bestia”, insuperato film di animazione la cui complessità tematica è celata dietro ad un velo estetico di ineccepibile bellezza visiva e musicale. Dunque nel “Chris” grafico e game designer c’è una flessibilità artistica piuttosto evidente nonostante delle ovvie preferenze. Del resto apprezzo un Monet così come un Dalì, eppure potrebbero dirsi l’uno l’antitesi dell’altro. In ambito videoludico se non altro preferisco i giochi la cui struttura segua una linea ben precisa imponendo come fulcro degli eventi di base e la cui elaborazione registica e artistica deve anche poter avere la meglio sugli elementi stessi di gioco, la trama poi deve proprio vincere su tutto. Giochi come i classici survival horror o il più recente HeavyRain, l’emozionante Shadow of the Colossus rasentano senza ombra di dubbio un autentico fabbisogno videoludico per la mia persona.

Come avevo accennato poco prima
Quali sono gli strumenti e che utilizzi maggiormente?
Beh! Photoshop, Indesign, AfterEffects e Premiere sono a prescindere “strumenti” di elaborazione grafica che non dovrebbero mancare nell’atelier di un giovane (o meno giovane) artista che si rispetti oggigiorno. Ma ho cominciato, un po come tutti, dandomi da fare su carta, con l’ausilio di una semplicissima penna o la famosa matita HB che puntualmente, una volta a mese, chiedevo a mamma di comprarmi in cartoleria. 

Parlaci dell’esperienza del  Global Game Jam 2012, che ruolo hai avuto?
Un’esperienza insolita ma indubbiamente fortificante e  formativa. Tanti elementi disposti a mettersi in gioco per 48h all’insegna del videogame. Una sinergia creatasi per caso tra sviluppatori, scripters e artisti che neanche si conoscevano. Il mio ruolo è stato quello di game designer e grafico. Il progetto a cui in 6 abbiamo dato vita a cavallo di due giorni no-stop ha però dato i suoi frutti venendo anche riconosciuto con il premio “Miglior gioco strategico – Gameplay”. In più mi è stato con piacere proposto uno spazio per presentare il mio videogioco-pupillo, Remothered, presentazione che ha fra l’altro riscosso un notevole successo con conseguenti feedback più che positivi, e tutto a mio stupore.

Parlaci di qualche progetto attualmente in corso?
Beh oltre a continuare a lavorare come grafico, il mio coinvolgimento nell’ambito videoludico sarà sempre più ampio. Anche in occasione della Global Game Jam ho avuto l’estremo onore di conoscere elementi da sempre ammirati, quali alcuni fra i più illustri nomi dell’ambito videoludico indie e non. Oltre al proseguimento dell’”omeristico” Remothered il mio ruolo di game designer continua a dare i suoi piccoli frutti, tanti piccoli frutti per quello che potremmo definire un inizio (mi auguro) di un qualcosa le cui radici potranno dar vita a qualcosa di decisamente imponente e sicuramente edificabile. Remothered ha subìto un percorso  tremendamente disarcionato, causa anche elementi che ho più volte tentato di coinvolgere. L’ambito indie, specie in Italia, è quello che è. Tanta gente che vorrebbe far tanto ma che poi con facilità rinuncia per scarsa voglia di fare. Remothered è nato da una mia idea, sostenuto da un team di 5 persone che sono poi presto diventate 2, per passare ad 1 (io),  di nuovo 2 ed infine 1; subendo dunque tutte le conseguenze del caso, come un gameplay incompleto, grafiche poco combacianti fra loro e perfino beta-testing incompleti dunque rinvii su rinvii. L’inattesa onda di successo a livello globale, pur non avendo mai fatto pubblicità, ha però inaspettatamente richiamato l’attenzione di elementi di team non solo italiani disposti a complimentarsi per il mio operato, il progetto ed anche all’acquisizione stessa del prodotto e di tutto ciò che ne concerne…ed è dunque da qui che questo nuovo revival di Remothered potrà (spero al più presto) approdare sulla scena del genere horror e in vesti ben più modernizzate.

Quale è la tua visione d’insieme del attuale mercato video ludico? Quale credi sarà il suo futuro?
L’avvento di internet e di tutti i suoi figli ha contribuito si e no alla globalizzazione del mercato ma ha anche enfatizzato la linea della pirateria. E’ vero che spesso i giochi vengono imposti con prezzi improponibilmente alti, ma la pirateria costringe gli stessi developers alla bancarotta. E’ un po un disegno tutto strano e confuso, una correlazione di più malfunzionamenti conseguenziali, come la crescita del prezzo dei carburanti nonostante esistano già energie rinnovabili sulle quali impostare il nostro fabbisogno energetico, e a poco prezzo. C’è dietro un mangia-mangia, e la spuntano sempre “loro”, a discapito di quelle piccole imprese e o di noi piccoli “indie-developers”. Il futuro dei videogames, a malincuore, credo sarà tutto in mano del digital download. Di quei titoli scaricabili online direttamente sul proprio hardware di gioco… la bellezza della copia fisica, del libriccino illustrativo, della cover ben scelta da posizionare sugli scaffali della propria stanza, custodire e collezionare, rimarranno probabilmente solo un lontano ricordo.

Cosa pensi del fumetto in Sicilia e in particolare a Catania e come pensi che il fumetto abbia influenzato l’attuale media videoludico?
Purtroppo in Sicilia chi opera in questo ambito è, a detta ignorante del pubblico, uno che “non ha trovato niente di meglio”. C’è ancora una visione così ottusa e blanda rivolta all’ambito artistico e ai suoi affiliati che ci dipingono tutti come elementi  dalla scarsa dignità di uomo-lavoratore poca morale, in vista di occupazioni “ben più semplici” e a portata di mano rispetto alle “più consuete”. Quante volte mi è stata posta la domanda “Che fai nella vita?” con conseguente “E come lavoro vero?” alla mia risposta “Il grafico, game designer”. La gente non fa distinzioni, il pittore è il classico squattrinato “artista di strada”, il game designer è un eterno bambino che non si è stancato di “giocare”, il fumettista è un povero e tristo visionario senza alcuna virtù, il musicista funziona bene solo ed esclusivamente ai matrimoni. E tutto questo è ridicolo ancora nel 2012 e nonostante le molteplici iniziative e le evidenti rivoluzioni artistiche. Il fumetto ad esempio è un elemento da antologia, vero e proprio capostipite del fare arte e dargli vita. Del resto quando si crea un fumetto si è un po’ il dio di quei piccoli mondi, si funge da registi, addetti al montaggio, si sta girando un vero e proprio film fatto di immagini i cui suoni non esistono, eppure sono reali. Basti pensare al fumetto come al figlio legittimo di un romanzo e di un’opera d’arte su tela, cinema e videogiochi sono venuti solo dopo.

Parliamo della recente fiera di fumetto tutta siciliana, l’etna comics… come hai vissuto l’evento?
Splendido, mai visto tanti fanatici-amatori. E’ stata un’autentica parata di colori e tendenze artistiche di attuale origine. Musica, videogiochi, film, cartoons, board games, fumetti, cosplayers e tutto in un solo centro expo-culturale. Lo ammetto, dapprima mi sono sentito un tantino un pesce fuor d’acqua ma ben presto mi sono letteralmente fatto trascinare. L’esperienza è stata di per se goliardica e divertente, indimenticabile proprio, per di più come mio primo e autentico acchito in termini di coinvolgimento videoludico ho anche conseguito un’autentica e inattesa vittoria presentando un videogioco che è stato riconosciuto quale il miglior gioco dell’evento di sviluppo indie. E come inizio, non è stato niente male! Eeheheheeh


Mentre ringrazio questa poliedrica forza della natura per il tempo dedicatoci, mi allontano, convinto che l'Italia abbia bisogno di tanti Christopher Darril; non solo per la sua vulcanica energia che si evidenzia dalla passioneche gorga dai suoi occhi mentre parla di ciò che ama, ma sopratutto perchè il mondo ha un immenso bisogno di giovani come lui,  animati da un'unica ragione di vita: "sognre prima e realizzare con passione e dedizione poi".


Grazie Chris.
Speriamo questo sia un'arrivederci.



Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...